martedì 28 giugno 2011

Alla fine della storia...


Era cominciata come tutte le storie d’amore. Ci siamo incontrati nel più banale dei modi, presentati da qualche amico comune, che probabilmente ci vedeva bene insieme. Ci si è scrutati per qualche tempo da lontano e annusati con la diffidenza di chi è già stato deluso, poi ogni tanto a salutarci con finto distacco, giocando con gli sguardi e immaginando futuri possibili.
E’ continuata banalmente, a parlare ad un tavolo più per volontà che per caso, discutendo per interminabili minuti di prospettive, futuro, sogni e speranze. La partita a scacchi del corteggiamento, vecchia come il mondo. Ti ho raccontato del mio passato sforzandomi di farlo apparire più grande di quanto non fosse, solo per farmi grande ai tuoi occhi, curavo pose e parole per sembrare sicuro di me. E tu a troneggiare tra le tue sicurezze, a farmi capire che tra i due ero io quello che aveva bisogno dell'altro. Non viceversa. Quelle chiacchierate fatte di maschere e corazze, dove ognuno si fingeva ciò che pensava l’altro volesse vedere. Muscoli contratti, arguzia messa in mostra come un dozzinale gioiello. Un’estenuante battaglia di posizione, alla ricerca di un punto di equilibrio.
Siamo stati insieme parecchio, quasi un anno e mezzo. E’ stato intenso ed impegnativo, ma non posso dire che mi rimarrà un buon ricordo. Non si è rivelato il grande amore che speravo, se ci penso ora non ho mai neanche preso in considerazione l’idea di una vita insieme. Sono cose che di solito uno pensa dopo qualche tempo, almeno credo.
E invece mi rimarranno impresse nella memoria le levatacce la mattina per venirti a trovare, i tuoi sfoghi senza il conforto di una giustificazione logica, le richieste impossibili, irragionevoli, che ho sempre portato a termine con prona solerzia. Ho dato tutto per te, anche al di là di ogni buon senso. E tu che mi hai dato in cambio? Non mi sono mai sentito importante, uno schiavo ricattato dai tuoi magri riconoscimenti e alla mercé delle tue lune imprevedibili.
Una coppia, quando funziona, dovrebbe valorizzare il carattere di entrambi, le loro passioni, rendere entrambi migliori. Tu mi hai reso solo più vuoto e cinico, mi hai fatto trascurare i miei amici e la mia famiglia rendendomi qualcosa che non sono e che non voglio più essere.
Ma non si può dire che ti mollerò o che mi mollerai tu. Certe storie giungono ad una conclusione semplicemente così, naturalmente, è come se avessero una data di scadenza. E alla fine della storia, tra due soli giorni, sarò finalmente un uomo libero. Un sollievo, lasciamelo dire. Ma non devo darti più importanza di quella che meriti: in fondo, eri solo un lavoro.